giovedì 13 gennaio 2011

Quora: chiedere per sapere



Chi ha studiato latino al liceo si ricorderà di "quaero, chiedere per sapere"; diverso da "peto, chiedere per avere". Quora, il social network del momento - con o senza la volontarietà dei suoi padri, potrebbe prendere il proprio nome proprio da "quaero". Ma di cosa si tratta?
Non è Facebook. Non è Twitter. Riprende molto sia dal primo che dal secondo, e pure da Wikipedia, ma volendo fare una previsione, dovrebbe dare molto più fastidio a Twitter. Si possono mandare messaggi privati come sul sito in blu e registrarsi utilizzando il profilo Fb, importando così già i propri amici, immagine del profilo e "like" facebookiani. Ci si "porta avanti col lavoro" insomma.

E' il social network del momento. Da qualche giorno sta letteralmente facendo impazzire gli italiani più assidui frequentatori di novità della rete. Gli anglosassoni ci si stanno divertendo da qualche mese.
Quora è nata nel dicembre 2009, dalla collaborazione di due ex Facebook: Adam D' Angelo e
Charlie Cheever. Ha da poco superato il mezzo milione di iscritti.
Si possono seguire le persone che si conoscono, le persone famose che "interessano", oltre che la propria squadra del cuore, un marchio di abbigliamento, elettronica e via discorrendo. E questo, sostanzialmente, lo facevamo già con Twitter. E così, per adesso e in maniera veloce, si può spiegare il perchè Quora dovrebbe rompere le scatole molto più al sito dei cinguetii in 140 caratteri.

La vera novità, però, è costituita dalla possiblità di seguire non solo persone e oggetti, ma idee e domande. Ognuno, ma solo in un inglese leggero e chiaro, può inventarsi dalle domande. Dalle più astruse, filosofiche, esistenziali alla semplice richiesta di sapere in quale ristorante cinese andare a mangiare a San Francisco o a Roma. Un altro aspetto molto positivo, che lo distingue da Facebook, è che tutti possono leggere tutto. Non bisogna seguire già una persona o "una cosa" per poter vedere tutte le domande e status collegati.

Uno scrive una parola o un'intera frase sul box di ricerca e vede (come avviene con Google) cosa esce fuori. Ognuno scopre subito se c'è qualcun altro in giro per il mondo che si è posto la stessa domanda o una simile, o se su quel determinato argomento (o "sottoargomento") ha scritto o chiesto qualcosa. Ovviamente possiamo partecipare alla "conversazione" aggiungendo la nostra risposta e/o modificando ogni determinata voce. Tutto viene archiviato attraverso tag. Si possono seguire le domande degli altri e rispondere anche a quelle pubblicate da utenti che non conosciamo. Si può ringraziare per una risposta, o dire che "non è stata di aiuto". Unico vincolo, lo ripetiamo, è un utilizzo della lingua inglese comprensibile: altrimenti è impossibile sfruttare al massimo le potenzialità planetarie di Quora.

Risulta facile intuire come questo meccanismo, che sta facendo conoscere Quora in maniera velocissima, rompa i vecchi schemi utilizzati da Facebook e dai suoi predecessori, ribaltandoli. In Quora si possono conoscere nuove persone cercando risposte alle proprie domande o maggiori informazioni su argomenti di interesse. Si possono trovare, così, persone con cui si ha molto in comune, che altrimenti non si sarebbero mai "incrociate".

In molti hanno espresso il timore di diventare dipendenti da questo sito, come mai accaduto in precedenza. Fino al mese scorso era impensabile immaginare che potesse arrivare un altro social network che potesse "assorbirci" come e molto più di Facebook; facendolo attraverso un meccanismo completamente diverso.
Sempre grazie a quella che è solo una primissima riflessione, "emendabile" in futuro, possiamo dire che comunque Quora appare più "impegnativo" di Facebook e per questo molto più selettivo nel trovare utenti affezionati. Dunque i numeri e le visite, grazie alle quali Fb è stato da poco valutato 50 miliardi di dollari, sono tutta un'altra storia.

Quora permette di condividere le conoscenze e le esperienze di chiunque su qualsiasi cosa: oggetto, luogo, idea, ecc. Si tratta di una possibilità che già altri hanno provato a mettere a disposizione. I siti di geotagging come Foursquare e Gowalla, o i miliardi di Forum che consigliano su un acquisto o un esperienza da fare.
Su Quora, però, si sa che si può trovare tutto in unico posto. Con nome e cognome di chi ti risponde o fa una domanda. Se ancora non c'è l'informazione che si cerca, si provvede subito a porre la domanda, e qualcuno che possiede quell'informazione esisterà certamente.

Come Facebook anche Quora fa riflettere su quello che si potrebbe definire il paradosso della rete infinita. La rete non ha confini, miliardi di siti con la possibilità di essere liberi al suo interno. Ma l'efficienza di trovare quello che si cerca la stanno dando le cosiddette reti chiuse. Il primo posto dove si va a cercare una persona appena conosciuta è Facebook. Sulla carta, Quora potrebbe diventare il luogo dove si vanno a cercare le idee e le esperienze che vogliamo approfondire. La molla resta l'interesse ad aumentare la nostra conoscenza.

Quora, dunque, ci pare la prima sorpresa interessantissima per la rete della decade appena iniziata; almeno in Italia. Infatti, Negli States è candidata ai Crunchies Awards 2010: i premi dell'innovazione tecnologica per le categorie miglior sito e migliore idea dell'anno.
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3 commenti:

  1. in realtà quora dovrebbe essere il plurare spurio di quorum ;)
    te la fai gnegnegne col classico, ma quelli non sanno manco do' sta de casa il classico, fosse pure il mitico PROPERZIO

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  2. eh eh, grande Flà!

    ammetti che ce stava bene su...;-)

    (ma il Properzio ora provoca esodi di massa m'hanno detto, i nostri erano comunque altri tempi...)

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  3. mi dicono che è calata la qualitàù degli insegnanti, in compenso son più str.
    ma non saprei, non ci metto piede da secoli

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