mercoledì 29 dicembre 2010

Quando la linea la dà "No U Turn"


Un po' perché è fine anno, un po' perché il suo aiuto, questa canzone, lo dà sempre. E da qualche giorno lei, come si dice "luogocomunemente", fa proprio al caso mio.

| permalink

Rileggere Coase prima di un nuovo anno


Il mio amico Massimiliano Vatiero ha regalato a chi vuole un'ottima lettura, che personalmente mi riporta ad Economia dell'impresa (Simon, Winter, Alchian, oltre che Coase e altra "robba"). | permalink

martedì 28 dicembre 2010

Theo Walcott


Anni fa, la prima volta che ho sentito questo nome ho sorriso con superficialità divertente. Ieri sera, Arsenal-Chelsea 3-1 dopo più di 3 anni, ho superato la fase successiva, coincisa con un'altra molto più generale.

Mi è dispiaciuto per Carletto, ma al tempo di Ray Parlour fui rapito dai Gunners.

Altro che primo capello bianco, comprare per la prima volta la maglietta di uno più "piccolo" di te è un passo notevole. Ho scelto la 14 dell'Arsenal. | permalink

venerdì 24 dicembre 2010

Santo Natale a tutte e tutti


Andiamo fino a Betlemme,
come i pastori.
L'importante è muoversi.
E se invece di un Dio glorioso,
ci imbattiamo nella fragilità
di un bambino,
non ci venga il dubbio di aver
sbagliato il percorso.
Il volto spaurito degli oppressi,
la solitudine degli infelici,
l'amarezza di tutti gli
uomini della Terra,
sono il luogo dove Egli continua
a vivere in clandestinità.
A noi il compito di cercarlo.
Mettiamoci in cammino senza paura.
(don Tonino Bello)

| permalink

giovedì 23 dicembre 2010

Vintage Surfing


Un nicco regalino di Natale mi sono fatto. (E ora vado a conoscere meglio questo Jim Heiman e la Taschen)

More about Vintage surfing. Ediz. italiana, spagnola e portoghese | permalink

mercoledì 22 dicembre 2010

Belle fuori dal partito dell'amore ?


| permalink

martedì 21 dicembre 2010

IL PIU' PULITO NON C'HA LA ROGNA!


C'è un bisogno estremo di far emergere con precisione la natura di questi soggetti.
Ogni volta che fanno di tutto per creare il massimo della confusione, bisogna avere la pazienza e la lucidità di far rimettere a posto tutti i tasselli di un ragionamento.
A quel punto il loro principio del "tanto il più pulito c'ha la rogna" se lo disintegrano da soli.

| permalink

"Fenomeni" da sopportare


Ma perchè proprio quelli che hanno vinto il congresso dicendo "noi siamo quelli più de sinistra" ora vogliono lasciare la sinistra? Anche la tanto insultata Binetti allora è più sveglia di questi "fenomeni". | permalink

Enzo Bearzot


| permalink

sabato 18 dicembre 2010

PRIMARIE COSA UTILE (BUONA E GIUSTA)


Anche se ormai comincio a rivedere in giro materialmente le bandiere dei (p)ds (però almeno senza falce e martello, con la rosa...ridicola vigliaccheria anche qui) continuo a dire primarie sempre come quando era di moda per alcuni, e altri stavano zitti perché dovevano "mandare avanti" il "veltro" odiato.

Le primarie sono cosa utile oltre che buona e giusta: segnalo con il mio cuoricino in mano questo articolo, Non toccate le primarie. | permalink

NON MUORE MAI


Ecco il quarto numero di The Week, da due giorni nelle edicole di Roma, da ieri in quelle di Milano, Torino, Bologna, Firenze e altre città. Accorrete numerosi, è l'ultimo del 2010.

| permalink

mercoledì 15 dicembre 2010

Il dio denaro


Dall'inizio di questa settimana, in Italia, sta ormai urlando il suo dominio.

| permalink

sabato 11 dicembre 2010

ALTO SOPRA LA TRAVERSA


Stasera mi sono sentito come nel 1994 quando Baggio sbagliò quel rigore: alto sopra la traversa. Per fortuna sono riuscito a vedere il rigore di Grosso 12 anni dopo.

Parallelo banale, superficiale, illogico e quant'altro: chissenefrega. Mi sono appena immaginato quando ripenserò a stasera con più di un sospiro di sollievo. Sovrappensiero mi sono appigliato a questa immagine sfocata. E allora non posso vergognarmi di scriverlo. | permalink

Viber alla riscossa



E' tutto vero. Viber è un'applicazione gratuita che fa chiamare, sempre gratuitamente, qualunque utente abbia un dispositivo Apple. Non solo tra iPhone in qualsiasi parte del mondo (connessi con rete Wifi o 3G), ma anche con iPod Touch e iPad. E non finisce qui. 
Dopo questa fase di lancio dedicata e testata sui terminali della "mela", a breve dovrebbero arrivare versioni compatibili per Android, Blackberry e Symbian. 
La israeliana Viber Media, che ha annunciato di essere solo all'inizio di un lungo processo rivoluzionario, sta sul serio mettendo paura a Skype e alle altre aziende che sfruttano il protocollo Voip. Dunque, nulla di rivoluzionario a livello tecnologico: la grande novità è sull'accesso e sul costo zero. Oltre ad essere gratuito dunque, sia l'acquisto che l'utilizzo dell'applicazione, Viber non richiede nessuna registrazione o conoscenza degli user degli utenti che si vogliono contattare. Basta connettersi e Viber stesso fornisce i nominativi dei contatti presenti in rubrica che hanno già installato l'applicazione e possono essere chiamati gratuitamente.
Questo spiega il perché in soli 3 giorni si è superato di gran lunga il milione di download facendo diventare Viber subito l'applicazione gratuita più scaricata.
L'unica che può, oggettivamente ad oggi, tenerle testa è l'altra applicazione più scaricata, però tra quelle a pagamento. Si tratta di What'sApp, che costa solo 79 centesimi, e che oltre ad essere (non solo graficamente) ma sostanzialmente uguale a Viber, permette anche di inviare sfiziosi messaggi audio, immagini, video o messaggi testo , oltre alle chiamate. Dunque la differenza la fanno solo i 79 centesimi "di iniziazione", per il resto, lo stesso modo velocissimo di raggiungere i contatti, ma in più modi. 
| permalink

venerdì 10 dicembre 2010

L'ITALIA CHE FAREMO


Terzo numero di THE WEEK da oggi in edicola. Dopo aver spiegato le nostre ragioni all'esordio, e poi "la grande rapina" la settimana scorsa, ora proviamo a dare soluzioni: perché non siamo mai stati "piagnoni". Leggiamo e commentiamo le 25 proposte per l'Italia, che o cambia o sopravviverà sempre peggio.

(Sul sito contributi ogni giorno e ci si può abbonare, sulla pagina Facebook si interagisce con gli altri lettori e la redazione in tempo reale)

| permalink

sabato 4 dicembre 2010

"Ministrarsi"


Stasera torno ad un concerto, con gli amici di patria umbra. Ci vuole proprio andarsi a sentire i Ministri all'Urban. Prima del 14 dicembre, ma soprattutto alla fine di quest'anno (personale).
| permalink

giovedì 2 dicembre 2010

Robert Kennedy


Il Pil mette nel conto le serrature per le nostre porte e prigioni. Cresce con la produzione di napalm e testate nucleari con gli equipaggiamenti che la polizia usa per sedare le rivolte. Non tiene conto della salute delle famiglie. Non comprende la bellezza della poesia. Non tiene conto della giustizia nei tribunali. non misura arguzia e coraggio. Misura tutto eccetto ciò che rende la vita degna di essere vissuta. Può dirci tutto sull'America, ma non se possiamo essere orgogliosi di essere americani | permalink

lunedì 29 novembre 2010

Mario Monicelli



Bruttissimo se i migliori si uccidono. Ciao Mario Monicelli, ti voglio bene.

| permalink

domenica 28 novembre 2010

Julian Assange


| permalink

giovedì 25 novembre 2010

In edicola


Finalmente, con un manipolo di pazzi (come ci hanno definito in diversi).



Accorrete numerosi (da oggi nelle edicole di Roma, da domani nel resto d'Italia, ancora meglio se online che invece di 3,5 costa solo 1 euro e arriva prima). | permalink

lunedì 22 novembre 2010

TUTTI FIRMANO SU SAVIANO


Per il terzo lunedi di fila milioni di italiani attendono le ore 21 di Raitre. Mi dispiace solo per Gad Lerner, sul serio.

Vieni via con me ha chiarito le idee sull'esistenza di due forze trasversali: chi ama (a pelle o per convenienza) e chi odia (come sopra) Saviano. Qui provo a dire anche altro. | permalink

domenica 14 novembre 2010

W la politica W il mercato


Da qualche giorno tutti credono nella fine dell'Italia berlusconiana, nemmeno immaginabile fino a poco tempo fa.

Alcuni(non le opposizioni) addirittura danno già prova di pensare seriamente a come uscire, individualmente, dal tunnel.

Noi cerchiamo di ragionare su cosa serve per avere un'Italia unita che funzioni da nord a sud.

http://www.thedailyweek.it/articolo/italian-week/w-la-politica-w-il-mercato | permalink

martedì 2 novembre 2010

George Orwell


Quanto più si è consapevoli delle proprie inclinazioni politiche, tanto maggiore sarà la possibilità di agire politicamente senza sacrificare la propria integrità estetica e intellettuale | permalink

lunedì 1 novembre 2010

Antonio Cassano


| permalink

domenica 31 ottobre 2010

Coscienza generazionale


Ho provato a spiegare perché sono convinto che dobbiamo rompere certi schemi, prima di tutto televisivi, che si sono, però, installati anche nel reale quotidiano.

Alle ultime Invasioni barbariche ad un certo punto la Bignardi ha organizzato un campo dove far scontrare quattro giovani impegnati in politica, solo per mostrare che siamo come i vecchi, litigiosi, "caciaroni" e privi di progettualità concrete.

Sono convinto che non possiamo snobbare e basta, dobbiamo analizzare episodi come questo e acquisire sempre più una coscienza generazionale, quella che ci consente di riappropriarci di più presente possibile e del futuro che ci fanno diminuire "esponenzialmente". | permalink

giovedì 28 ottobre 2010

La petroliera


I Ministri se ne sono usciti con il loro ultimo lavoro e a me è arrivato proprio al momento giusto.

Chi viene dal mio vecchio blog sa che ho il vizio delle "chiuse" con la solita canzone per settimane. Ora è il momento di questa petroliera e come sempre ho la necessità di condividerla con chi vuole.

Questi Ministri, maturati come me durante la seconda repubblica italiana, li andrò a trovare con amici almeno una volta prima che chiudano questo tour.


| permalink

Andrea Agnelli


| permalink

domenica 17 ottobre 2010

Due catanesi rigeneranti


Franco Battiato e Pietrangelo Buttafuoco dalla loro "cara" Lilli Gruber.
Può essere, anche, la televisione bellezza.




(la puntata completa sul sito de La7) | permalink

giovedì 14 ottobre 2010

British humour


Sarebbe troppo scontato anche solo mettere le mani avanti per far finta di non voler confrontare la politica italiana e quella inglese, e invece avere proprio questo come obiettivo. Lascio perdere, almeno attraverso questo video vorrei far riflettere me e chi legge sugli inglesi e basta, senza confrontarli con noi (masochismo e/o sofferenza, leggeri o pesanti che siano, se posso me li risparmio)


| permalink

mercoledì 13 ottobre 2010

FASCISTI PROVOCATORI, NON TIFOSI


| permalink

lunedì 11 ottobre 2010

Gli orinali


Molto "statusfacebookianamente" scrivo "e gli orinali messi sotto i letti per la notte e un film di Ejzenstejn sulla rivoluzione". | permalink

venerdì 8 ottobre 2010

Schiavi di Bossi (non di Roma)


| permalink

giovedì 7 ottobre 2010

Se i baffi se li taglia Occhetto...se li taglia Occhetto



Come si immagina potrebbe dire un Paolo Bitta informato dei fatti, "se i baffi se li taglia Occhetto...se li taglia Occhetto".
Per motivi di studio arrivo con un giorno di ritardo. Ecco l'intervista di Curzio Maltese ad Achille Occhetto, direttamente dalla tanto amata Repubblica da alcuni, tantissimo odiata da altri, letta da altri ancora, ignorata dagli astanti.

"VENT'ANNI FA UNA SVOLTA INUTILE. SIAMO ANCORA AGGRAPPATI AL MURO"
Vent´anni dopo nella sinistra italiana non è come nei romanzi, non è cambiato quasi nulla. «La svolta dell´89, la fine del Pci nel ‘91, dovevano essere l´inizio di una storia nuova della sinistra italiana che poi non si è realizzata. Meglio, è stata impedita con ogni mezzo dalla nomenclatura». L´analisi di Achille Occhetto, l´ultimo segretario del Pci, è spietata. «Esasperata, direi. E´ esasperante una sinistra che impiega quattordici anni per tornare all´Ulivo, ucciso nella culla nel ‘96 per una manovra di palazzo. È come se il coraggio si fosse esaurito tutto alla Bolognina. Ma forse è vero che già allora, nel modo in cui i dirigenti affrontarono il dibattito, erano affiorati antichi vizi, un certo opportunismo»
Non sarà per caso pentito della svolta?


| permalink

Il mostro non era Internet


Pure la vicenda tristissima e allarmante di Sarah Scazzi evidenzia quanto è deleteria la tv italiana. Diciamo ancora una volta che non se ne può più. Ma appare tutto sempre più cristallizzato nell'indecenza e nella non realtà.

Posto l'articolo di un amico che ha saputo comunicare, molto prima di me, questo disagio da tempo diventato insofferenza. Insofferenza verso quello "strumento" televisivo che non si fa scrupoli nemmeno davanti a una madre che scopre definitivamente la figlia ammazzata in casa. Inutile la retorica del difendere la presentatrice che si è trovata per caso "nei guai". La colpa "è del sistema", come talvolta si trova scritto sui muri da decenni? Almeno pare della televisione, della nostra società, altro che "solo di Internét".


IL WEB E LA MORTE DI SARA 
di Marco Esposito per THE WEEK


Ho riflettuto molto prima di scrivere queste righe. Mi sono chiesto se, per rispetto di Sarah e della sua famiglia, non fosse più giusto rimandare questa riflessione ad un secondo momento. Ma ritengo che sia giusto mettere ora il dito in una piaga dell'informazione nostrana, di quella dei mainstream media in particolare.
| permalink

martedì 5 ottobre 2010

John Maynard Keynes


Uno studio della storia del pensiero è premessa necessaria all'emancipazione della mente; non so che cosa renderebbe più conservatore un uomo, se il non conoscere null'altro che il presente, oppure null'altro che il passato
Come potrei acconciarmi a essere un conservatore? E' un partito che non mi dà nè da bere né da mangiare, cioè né interesse intellettuale né consolazione morale. Non ne sarei divertito, né entusiasmato, né edificato. Tutto ciò che si confà all'atmosfera, alla mentalità, all'impostazione di vita, di ... beh non facciamo nomi, non serve né al mio partuculare, né all'interesse pubblico. Non ha prospettive, non soddisfa alcun ideale, non si conforma ad alcun modello intellettuale; non riesce neppure ad evitare i rischi o a salvare dai vandali quel tanto di civiltà che abbiamo già raggiunto.
Dovrei, dunque, iscrivermi al partito laburista? Di primo acchito è più seducente, ma visto da vicino presenta grosse difficoltà. Tanto per cominciare è un partito di classe, e di una classe che non è la mia. Se mai dovessi perseguire interessi settoriali sosterrei i miei.  
Credo che il seme della decadenza intellettuale del capitalismo individualistico vada ricercato in un istituto che non è affatto caratteristico del capitalismo stesso, ma che è stato mutuato dal precedente sistema sociale feudale, vale a dire il principio ereditario. Nulla più dell'attaccamento al principio ereditario garantisce la decadenza di un'istituzione sociale. Una riprova di ciò è che la Chiesa, di gran lunga la più antica delle nostre istituzioni, si è sempre tenuta lontano da questo tarlo. 
| permalink

domenica 3 ottobre 2010

Italia satura di empietà


Ma davvero per capirlo c'era bisogno che a 70 anni suonati non avesse rispetto dell'olocausto, bestemmiasse in pubblico e desse anche l'ennesima prova di ineducazione?
Cattolici non temete: in nome della doppia morale, adesso grande impegno sulla bioetica magari con barzelletta con bestemmia incorporata (cit.)
Viva la Presidente Bindi ("Si può contestualizzare la bestemmia?")

| permalink

venerdì 1 ottobre 2010

Per Messina un anno dopo


| permalink

Italo Calvino


Nell'eros come nella ghiottoneria, il piacere è fatto di precisione
| permalink

domenica 26 settembre 2010

ED in Italia IMPOSSIBILE


"Il New Labour fa parte del passato". lo ha dichiarato il nuovo leader del partito laburista inglese, appena si è ufficializzata la sua vittoria di misura (50,6% contro il 49,4%) sul fratello David, più anziano e 45enne. Sì, perché Ed Miliband, che succede all'ex capo Gordon Brown, è nato la vigilia di Natale del 1969. A 40 anni, dunque, ha fatto scrivere nei libri di storia che la sinistra inglese nel 2010 ritiene ormai appartenente al passato l'invenzione politica che Tony Blair ebbe nel 1993, appena 17 anni prima. Oltretutto, si è trattato di una invenzione politica alla quale si dovrebbe "una certa riconoscenza", visto che riportò il Labour al governo dopo l'ultra ventennale periodo conservatore e ce lo ha mantenuto per 13 anni dal 1997 a qualche mese fa.
Ma niente. Ed Miliband parla con forza dell'affermazione di "una nuova generazione" e allo stesso tempo, tuttavia, garantisce che il partito non subirà "nessuno spostamento a sinistra". Questa sottolineatura deriva dall'aver ricevuto "l'accusa" di essere il candidato sostenuto strenuamente dai sindacati, di essere "il fratello più di sinistra, Ed il rosso".
Tuttavia, Miliband ha dato una risposta ridotta "al minimo sindacale" (che si passi la battuta). Miliband non si sofferma oltre e parla chiaro. "Abbiamo perso le elezioni e le abbiamo perse malamente. So che dobbiamo cambiare: oggi una nuova generazione si prende questo appello al cambiamento". 
Già queste parole di sicurezza e allo stesso tempo di umiltà ce le sogniamo in Italia. Ma, ora, è inevitabile dedicarsi ad un confronto con i 40enni "di sinistra" che noi abbiamo a disposizione. La prima differenza si rintraccia senza fatica.
Da noi (ovvero nel Pd, se non si ritiene adatto a confronti su congressi epocali né il partito di Di Pietro, né quello di Vendola che cambia nome ogni anno, né "i milioni" di partiti comunisti) ad oggi la massima ambizione è "uscire sui giornali", se addirittura "non di area" è risultatone, per questo o quello smarcamento da un big del partito, o per avergli fatto un plauso. Punto.
E, poi, li vedete i sindacati italiani, che per lavoro difendono i propri iscritti che sono pensionati o pensionandi (legittimamente), sostenere il candidato che ha l'età di un precario che non riesce a trovare una condizione lavorativa simile a quella del padre?
Ma torniamo, per concludere, ai "giovani" quarantenni del Pd. Neanche a farlo apposta, diversi tra questi, sono "finiti sul giornale" per aver elaborato un documento dal titolo "Tornare avanti", che ha regalato loro il nickname di "giovani turchi"(in ogni intervista, infatti, dichiarano di non esserselo scelto da soli e imposto alla stampa). I maligni, però, li hanno ribattezzati anche i "40enni dalemiani", che guarda caso in questo loro documento attaccano sostanzialmente il redivivo Veltroni, ritornato a proporre con forza le sue ragioni di Pd. 
Allora le parole di Ed Miliband, "il New Labour del 1993 è da archiviare", provocano una mistura di angoscia e inquietudine, rabbia per chi la dovrebbe manifestare e, invece, continua senza problemi a starsene buono. Con quale giovamento? Fa piacere vedere sghignazzare "il vendoliano" Telese mentre legge sondaggi che danno il Pd intorno al 24%? 
No, restiamo sempre a D'Alema contro Veltroni, ai quali si sono aggiunti i "giovani turchi dalemiani" che avversano gli altri "giovani" che leggono Repubblica(o siccome minoranza "giovani curdi"?), verrebbe da sintetizzare.
Altro che archiviare il 1993 come fanno gli inglesi. Ha ragione Aldo Cazzulo, noi siamo fermi alla FGCI degli anni settanta, come dargli torto? Torniamo indietro, ed è legittimo pure questo, ma almeno che si abbia il coraggio di riconoscerlo, non si dica "tornare avanti".
Per fortuna, come in molti ricordano, ci sono anche amministratori locali del Pd coetanei di Miliband, che cercano di tirarsi fuori da questa contesa e fanno pure bene il loro mestiere. Ma, come è evidente, non sono conosciuti come l'inglese, nè è immaginabile che domani uno o una di loro prenda il posto di Bersani e mostri una nuova generazione che si prenda in carico il Partito democratico italiano.
A crederci ci sono rimasti solo i pazzi. Ma è anche vero che a noi i pazzi stanno simpatici e preferiamo la pazzia all'essere più realisti del re.
| permalink

sabato 25 settembre 2010

Ed Miliband (won)


| permalink

Piero Gobetti


Il mussolinismo è un risultato assai più grave del fascismo stesso perché ha confermato nel popolo l'abito cortigiano, lo scarso senso della propria responsabilità, il vezzo di attendere dal duce, dal domatore, dal deus ex machina la propria salvezza.
| permalink

mercoledì 22 settembre 2010

Gianfranco Miccichè e Raffaele Lombardo


| permalink

lunedì 20 settembre 2010

Sempre PES vs FIFA


Se incalzati sull'eterna guerra tra Veltroni e D'Alema si può umanamente rispondere chissenefrega, lo stesso atteggiamento, per molti, è impossibile riproporlo nello scontro tra Pes e Fifa.

Come ogni anno anche in questa fine estate e inizio autunno si ripropone l'interrogativo: "quest'anno è meglio Fifa o Pes?"

Cercando su google, le innumerevoli pagine che escono fuori portano a conclusioni troppo dipendenti dal caso: quanti partigiani abbiamo letto, quanti giudizi veramente disinteressati ed epurati da qualsiasi elemento soggettivo?

Veniamo ai fatti. Sui rispettivi siti (qui e qui) sono da pochi giorni disponibili le demo di questi due giochi dedicati al calcio e sui quali ancora una volta entrambe le software house puntano molto. Segno tangibile che per i giochi veri e propri manca ormai poco. Infatti, Pes 2011 sarà in commercio dal 30 settembre e Fifa 11 dal primo ottobre.

Dopo la netta supremazia di Pes (l'erede di Winning Eleven) dei primi anni duemila, da qualche anno Fifa era riuscita a raggiungere e per qualcuno anche a superare il gioiellino di casa Konami. Quest'anno, dunque, si aspettava Pes a rincorrere Fifa o comunque a provare di distanziarla di nuovo. Le demo sembrano dare ragione agli sviluppatori della Konami, ma la Electronic Arts mantiene grandi aspettative per questo ultimo Fifa. Postiamo, senza essere troppo di parte, il trailer di chi dovrebbe partire svantaggiato e vediamo come andrà a finire: sotto natale sarà possibile avere commenti definitivi.



Buon attesa a tutti e che ognuno si accontenti delle proprie preferenze e delle decisioni che prende di conseguenza. | permalink

venerdì 17 settembre 2010

Giornali e Web VS USA


(da The Daily Week)

Fare paralleli tra la nostra Italia e un altro paese, magari gli Stati Uniti d’America, è da sempre gioco nazionale più o meno strumentalizzato all’occorrenza. Parlando di giornalismo online che si allaccia bene col tema della connessione in mobilità, si scopre che il giochino in questo caso viene semplice, senza forzature, ed evidenzia analogie e differenze interessanti.

La scorsa settimana Audiweb (il soggetto realizzatore e distributore dei dati sulle audience in Italia) ha pubblicato i dati relativi alla vita su Internet degli italiani: i siti con più visitatori unici e pagine viste nell’arco di Luglio 2010, i dati relativi ad aree geografiche, età e fasce orarie. Repubblica si mantiene “url” più digitato con più di un milione di lettori unici al mese. Gli altri quotidiani, invece, fanno fatica a rispondere alla crescente concorrenza lanciata dalle piattaforme di blog o realtà editoriali vere e proprie ma considerate non tradizionali perché non presenti in edicola. Il sito del Messaggero è appena sopra i 77mila, quello del Sole 24 Ore è sotto i 200mila, la Stampa.it sui 232mila; mentre Tuttomercatoweb.com supera i 240mila. In confronto vanno benissimo i siti di riviste e i network legati alla moda e che si occupano di gossip. Un esempio: Donna moderna supera i 117mila visitatori unici mentre Panorama si ferma sotto i 33mila (peraltro, se fa piacere o meno, doppiato dall’Espresso).

Appaiono ancora più deludenti i dati relativi a realtà nate sul web e che hanno deciso di raccontarlo più delle altre. Su tutte la situazione attuale de ilPost.it e di Wired.it. Il sito della rivista “più nerd ma popolare come fruizione” che c’è in edicola si ferma sotto i 5000 lettori unici al mese. Il caso de il Post, esperimento italiano del gioiello di Arianna Huffington, è stato già analizzato da Massimo Russo e altri “opinionisti del web” (altra competenza rispetto a quella dei più conosciuti di calcio e politica).

Sempre pochi giorni fa dagli Usa è giunta la notizia che proprio l’Huffington Post appena citato e la rete di blog Gawker Media ha sorpassato ogni altro sito di informazione tradizionale, tranne quello del New York Times. Dunque, qua ritroviamo le analogie e le differenze tra il nostro stivale e il paese a stelle e striscie. Il NYT banalmente può venire affiancato a Repubblica e forse non a caso proprio il giornale di Ezio Mauro fu il primo a puntare in Italia su una “redazione online” nel 1997. Subito dopo è facile aggiungere il collegamento con “gli altri giornali” che arrancano qui come in America.

La differenza, invece, sta nel notare che in America la rete boccia tutti i giornali online(ricordando sempre l’eccezione del NYT) a favore di nuove strutture e forme di comunicazione pur sempre generaliste e che si sostituiscono perfettamente nel rispondere alla richiesta di essere informati da parte dei lettori. In Italia non è proprio così. Ricordata l’analoga eccezione, stentano a prendere il volo reti di blog o di informazione totalmente e solamente presente in rete che siano in grado di spazzare via i media fondati nell’800. Gli italiani si vanno a leggere il sito sul calciomercato per avere le notizie in tempo reale, quello sull’ultimo gossip per lo stesso motivo, ma sempre perché spinti da un interesse particolare e ben circoscritto.

Se il direttore del NYT sembra aver deciso che in un futuro molto prossimo forse il suo storico giornale dovrà abbandonare la zavorra cartacea per poter competere con forza sul web, da noi al massimo si rifà il “restyling” ai siti. Di più non si può. Anche perché, e forse proprio questa è la differenza fondamentale che sta a monte e da cui dipende tutto il resto, nel bel paese ci sono intere zone collinari e montane, entroterra delle isole e del sud, completamente senza Internet, altro che possibilità di scegliere la fibra ottica.

Se poi cresce (ed è cresciuta notevolmente negli ultimi due anni) la navigazione attraverso dispositivo mobile, gli operatori, nessuno escluso (l’ultimo a cedere è stato proprio Tre nei giorni scorsi), sono costretti a rallentare la velocità di connessione agli utenti che consumano più banda. Perché? Perchè la banda è già satura e chi utilizza già 400-500 MB di traffico al giorno provoca problemi enormi agli altri utenti e dunque gli operatori hanno dovuto correre ai ripari. Quindi ci possiamo scordare, ad esempio, chiamate via Skype quanto ci pare se vogliamo spendere di più o solo via dispositivo mobile. Non si può. Noi ci chiediamo, a questo punto, chi è quel qualcuno che sta pensando a risolvere questo problema il prima possibile. C’è chi pensa a rendere possibile in Italia la connessione Wifi ovunque? Non la chiediamo mica gratis (anche se in America come nei paesi del nord Europa oltre ad esserci è anche gratis). Siamo disposti ancora a spendere di tasca nostra per il nostro paese. Dateci almeno questa possibilità.
| permalink

martedì 7 settembre 2010

Angelo Vassallo


| permalink

lunedì 6 settembre 2010

X Factor


Sì, ok, vado talmente contro la corrente di "quelli che vanno controccorrente" che confesso che riguarderò random X-factor perché c'è Elio. Ero, infatti, anche uno di quelli che lo ha guardato in passato perché c'era Morgan. Sarà che mi piace nuotare dove mi pare. | permalink

Bobby Sands


Il nostro giorno verrà
| permalink

domenica 5 settembre 2010

Perché a credere nel Partito democratico (italiano) non restino solo i pazzi


Riporto l'articolo di Curzio Maltese pubblicato sull'ultimo Venerdì di Repubblica. Purtroppo, è tutto vero, analizzato e comunicato in maniera lineare. Toglie la possibilità di continuare a dirsi "ma dai, non è vero".

Mi fanno ridere di amarezza quanti avranno commentato per l'ennesima volta utilizzando l'espressione il solito attacco di "Repubblica - Gruppo Espresso", ecco quello che fanno credere. Le intenzioni del partito-azienda di De Benedetti-Scalfari in questo caso, a mio avviso, non hanno alcuna importanza perché la verità che mostra Maltese è appunto verità. In altre parole, del processo alle intenzioni degli "azionisti di Repubblica" non c'è proprio la possibilità di occuparsene, c'è quanto segue che deve occupare menti, sforzi e coraggio prima di ogni altra questione.


 Il Pd, che vive aspettando Harry Potter (3 settembre 2010)
Ma che cosa vuole tutta questa gente dal povero Pierluigi Bersani? Che cosa sperano i (troppi) candidati dell'ultima ora alla guida del centrosinistra? Pensano davvero che il gruppo dirigente del Pd si suicidi, dopo tanta fatica per riprendersi il partito, lasciando un biglietto in cui indica Vendola o Zingaretti come eredi?
Non hanno

| permalink

giovedì 2 settembre 2010

Politica a calci


Zlatan Ibrahimovic
Se non lo dicessi potrebbe sorgere il dubbio che non condivida quello che chiunque sta dicendo e/o sentendo da giorni: Berlusconi prepara le elezioni e la campagna acquisti del Milan della scorsa settimana è la prova principe e prima di una decisione presa.

Huntelaar e Borriello hanno alzato i tacchi come si spera facciano i finiani, che da 4 che si temevano all'inizio, si sono rivelati 44 per poi ora credere in un loro ridimensionamento molto possibile e vicino.

Ad ogni buon conto, condivido anche che si voti non prima della primavera, prima che la Champions arrivi alle semifinali e che la Serie A superi non troppo la metà del girone di ritorno.
Robinho (Robson de Souza)
Non si tratta del solito e ormai noioso parallelismo tra calcio e politica nostrani. Piaccia o non piaccia è così.

Per chiarezza dovuta a chi se lo vuole sentir dire, confesso che non mi dispiace né la campagna acquisti del Milan del mese appena chiuso, né che si vada ad elezioni anticipate. | permalink

domenica 29 agosto 2010

Paolo di Tarso


Tendi alla giustizia, alla pietà, alla fede, alla carità, alla pazienza, alla mitezza
| permalink

Dona eis requiem


Ok, c'è un'altra riflessione che non riesco a tacitare. E allora questo blog comincia da oggi anche se la festa di inizio resta fissata fra qualche settimana.

E' finita la settimana della lettera, della risposta alla lettera con altra lettera, delle interviste del sabato sulle lettere, degli attacchi, delle difese e dei contrattacchi scatenati su facebook: a me stasera verrebbe di fare scalo a Grado.
"Agnus dei qui tollis peccata mundi miserere dona eis requiem"
Anche perchè settembre è arrivato...

| permalink

Umiltà e gratuità


Confesso che stamattina sono stato colpito dal collegamento tra vangelo, omelia e situazione storica come molto raramente mi è capitato (questo mi obbliga a scrivere questo post prima che venga festeggiato ufficialmente l'inizio di attività di questo blog).

«...Quando dài un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti...»

Umiltà e gratuità: l'Italia ne ha un bisogno massiccio. Oggi, infatti, ospitiamo l'umiltà di un dittatore (della gratuità del suo "viaggio di amicizia" è meglio non parlare) | permalink

martedì 17 agosto 2010

Francesco Cossiga


| permalink

mercoledì 4 agosto 2010

Oscar Romero


Davanti ad un ordine di uccidere che viene da un uomo deve prevalere la legge di Dio che dice: non uccidere | permalink

martedì 20 luglio 2010

I famosi lavori in corso


In autunno l'inaugurazione...insieme all'altra nuova casa, la domus corporis. Questa, invece, sarà la domus mentis (un pò di "latinorum" quando "ce vo' ce vo' ").

(ringraziamenti sentiti e doverosi alla prima laonda, quella del cannocchiale) | permalink

lunedì 14 giugno 2010

Ernesto Guevara de La Serna


Per me il mare è sempre stato un confidente, un amico che assimila tutto quello che gli viene raccontato senza mai rivelare il segreto confidato e che dà i migliori consigli: un rumore il cui significato ciascuno interpreta come crede
| permalink

venerdì 2 aprile 2010

PD, partito discussione che deve trovare il suo Richard Alpert


In queste ore di analisi e contro analisi del risultato elettorale del Pd la verità risulta essere quella della stasi del partito proprio sul piano politico. Se in termini di numeri assoluti, infatti, si è fermi dopo aver perso comunque qualcosa come quattro milioni di voti nelle ultime tornate, il punto è che non si cresce nonostante l’altra inconfutabile verità del calo speculare del Pdl.E bisognerebbe chiedersi perché nel 2008 si era invece riusciti, risalendo la china, a far coagulare un consenso fino a raggiungere il tanto disprezzato (in casa Pd) 34,4 %.
Forse in quella occasione era stato più chiaro, al di fuori del consueto bacino elettorale, il messaggio di un progetto di cui si era portatori e per cui lo stesso Pd era nato. Dopo aver di fatto sprecato l’occasione del congresso con la prova muscolosa (piaccia o non piaccia con questa verità il partito dovrà urgentemente fare i conti) recuperando, con lo spirito fondativo dal lingotto in poi, temi che per esempio guardino alle fasce sempre più estese dei non garantiti. E questo va fatto con chiarezza per superare l’attuale situazione che sul territorio vede fermi ancora nella testa (e non solo a ds e margherita).

Matteo Renzi, sindaco di Firenze, non ha risparmiato un sonoro “fifone” all’indirizzo del presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti. Il mancato candidato alla presidenza della Regione Lazio gli ha risposto con un duro “carrierista”.

E’ successo anche questo durante l’ennesimo dopo elezioni democratico dove si fa a gara per colpire o difendere segretario e dirigenza. Questa volta però, accanto ai big si sono fatte sentire le cosiddette seconde linee o leader-futuro; e non solo, anche i soldatini di un partito che dal 2008 non riesce a non perdere voti ma che quando si tratta di riflettere a posteriori sa mettere in campo una vasta letteratura di analisi e commenti.

Facebook poi ha dato la possibilità di portare alle estreme conseguenze questa caratteristica strutturale.Fra lunedi e mercoledi scorso (ma ancora si continua) chi ha almeno una decina di amici “democrats” avrà notato la quantità impressionante di status, commenti ad altri status, note di analisi, link ad articoli di giornale, post di blog, immagini autoironiche, ecc…
Un fenomeno al quale, ammetto, anch’io ho dato un contributo, e che è quello che può dare la forza di continuare a credere in questo progetto politico a chi ci tiene da anni e la cui convinzione sta cominciando a vacillare.Infatti, la grandissima maggioranza di questi utenti della rete non viene pagata per pensare e battere su una tastiera riflessioni, molto spesso, lucide, precise e sudate nei ritagli di tempo.
A differenza di un Migliavacca, coordinatore organizzativo del Pd, che perde in simpatia già la seconda volta quando, davanti a “ventisette” microfoni e telecamere, sbaglia articolo determinativo (“la Pdl”); o di un Latorre che devi accettare che ti rappresenti e che faccia, svogliato secondo chi lo ascolta, ragionamenti poveri di appeal e di contenuto a Otto e mezzo, Tetris, Linea Notte e/o Porta Porta (ad esempio e nell’ordine).
Convincere che nella sua Puglia sia il Pd il principale artefice della riconferma di Vendola in regione, è esercizio sostanzialmente impossibile se non si vuole ammettere che i democratici pugliesi si riconoscano in Vendola e non nella dirigenza nazionale (di origini pugliesi).

Ma torniamo ai militanti che su facebook hanno dato sfogo alle loro opinioni. Bisogna ammettere che alcuni non hanno perso l’occasione per rendersi strumento di rivalsa dei big della minoranza. Su tutti il primo segretario Walter Veltroni che, grazie ad una intervista su Repubblica di ieri, nella home del sito più frequentato in Italia come nel mondo, ha superato tutto il resto, anche la diatriba Mourinho-Balotelli. Ai molti che hanno postato nella loro bacheca il suo sfogo che prova ad essere costruttivo, hanno risposto in tempo reale quelli che difendono, più che Bersani, l’entourage di primo e secondo livello che gli ha permesso di vincere il congresso.
Diversi, cresciuti a pane e D’Alema, si sono scatenati aumentando notevolmente il loro ritmo di scrittura in questi ultimi due giorni, con numerosi articoli e/o post che vengono utilizzati per dimostrare varie verità (ai loro occhi). Primo, per costruire un partito dopo anni di devastazione (segreterie Veltroni e Franceschini) non bastano pochi mesi. Secondo, è vero che un minimo di inversione di tendenza c’è stata, perché altrimenti (come tutti si aspettavano a dicembre) sarebbe finita 7 a 6 o addirittura 8 a 5 per il centrodestra. Terzo, si dichiara definitivamente guerra a Repubblica (più l’Espresso) che si permette di criticare l’operato e i risultati di Bersani.
Invece di santificare Vendola e Grillo (oltre che quella fastidiosa intervista a Walter), perché Ezio Mauro (anche nel suo editoriale) non pensa a sottolineare che il Ministro Fitto si è dimesso, che Brunetta ha perso mentre Zaia veniva eletto imperatore, che Castelli è stato respinto con un atto di forza da parte del suo popolo leghista? Queste le argomentazioni degli avvocati della non sconfitta.

Se non bastasse ci si è messa, volente o nolente, pure la primogenita Veltroni, che durante la notte dei risultati da una tastiera newyorkese si è messa a scrivere uno status al vetriolo sul suo fb, chiedendosi se ora qualcuno si sarebbe dimesso.

Non potevano mancare nemmeno “due vecchi arnesi” della politica italiana, così amano definirsi Claudio Velardi e Fabrizio Rondolino, che dal loro The Front Page (altra fonte di chi non può attaccare l’attuale maggioranza del Partito) hanno lanciato una proposta provocatoria a quel Renzi e a quello Zingaretti con cui ho aperto questa rassegna. Si propone loro di fare semplicemente quanto De Mita e Forlani fecero nel preistorico 1969 a San Ginesio: un “accordicchio” tra giovani per non farsi la guerra e consentire a se stessi, insieme, di togliere di mezzo i vecchi maggiorenti. Il solo pensare ad un San Ginesio, in questa Italia e per cambiare le cose, spero che sia la dimostrazione definitiva di una classe dirigente fuori dal tempo e dallo spirito (a meno che non sia talmente intelligente da creare trappole ai “giovani”, e allora non so cosa sia peggio).

Viviamo i tempi della rete, dei militanti che formano autonomamente sezioni non più e non solo territoriali in base a residenze magari subite, ma in base alle proprie idee, delle sezioni mai ferme perché costrette con gioia a far valere la bontà, l’utilità e la coerenza delle proprie posizioni.

Ovviamente, un partito (e questo bisogna fare) non si fa su facebook o attraverso le agenzie di stampa. Un partito radicato sul territorio, come la Lega, a ragione esempio tanto di moda, si fa soprattutto nei mercati rionali, nelle fabbriche, nelle sedi dei grandi uffici, nelle scuole e nelle università, nei centri anziani, nei centri sportivi: insomma in mezzo a chi va a votare.
Ma la Lega dagli anni ottanta ad oggi ha avuto, ed ha meno bisogno di lavoro e capacità persuasive, perché ha scelto di aggregare persone su idee e pensieri molto più facilmente comunicabili e allo stesso tempo recepibili. Questo è un elemento di non poco conto. E’ per questo che solo la Lega riesce ad avere una presenza territoriale come quella dei due maggiori partiti di massa italiani del novecento, la Dc e il Pci. Se Berlusconi non ha bisogno delle sezioni e di questa presenza capillare, il Pd invece sì, ma naturalmente fa più fatica vista la complessità delle idee che propone e su cui vuole creare consenso, e anche perché oltre a ciò fa di tutto per complicarsi questa vita che già in partenza ha scelto di avere non semplice.

Ricordato con forza questo e sottolineato che non ha importanza se è il “giovanilismo qualunquista” a rispondere all’ormai inutile nostalgia leninista o viceversa, ecco perché do ragione ad Antonio Padellaro quando apre il suo giornale col titolo “Con questi non vinceremo mai”. Gli dò ragione sorridendo (non amaramente, anzi) poiché io mi vanto (di questo sì) di dirlo insieme ad altri da anni, da quando lui era direttore de l’Unità e gonfiava talvolta (onore alla sua confessione) le cifre delle manifestazioni di quella sinistra. Quella sinistra che come oggi non ci aveva capito nulla, non aveva compreso che doveva lavorare più e meglio di quanto avrebbe dovuto fare se avesse perso.

Correva l’anno 2006, Lost, la migliore serie televisiva della Terra, era alla sua seconda stagione e nessuno poteva immaginare che nella sesta e ultima ora in onda, sei candidati sarebbero stati guidati per salvare se stessi e tutto il resto. Alla fine ne dovrebbe restare uno solo, destinato a fare il leader, ma grazie a Richard Alpert, la guida, appunto, in questo cammino in corso.

Chi, in questa ultima stagione (spiaggia) nel Pd, è tanto capace di guidare, incoraggiare e formare una mezza dozzina di candidati e, soprattutto, tanto umile da farsi da parte a missione conclusa ? | permalink

mercoledì 24 febbraio 2010

Regionali umbre: ultima vittoria di rendita per la sinistra


Quattro donne si battono per Palazzo Donini. Questo è un altro laboratorio politico da non sottovalutare.

Nel Lazio la sfida è più seguita per ovvi motivi, ma nella vicina e meno chiacchierata (a livello nazionale) Umbria le donne in pista sono addirittura quattro su quattro candidati alla presidenza della regione. Con l’uscita di scena, peraltro molto travagliata, della Lorenzetti che per ben 10 anni ha governato il cuore rosso d’Italia, si poteva pensare ad un ritorno ad una figura maschile. Invece la risposta è stata rosa in maniera ancora più netta. Il Pdl (che raccoglie sostanzialmente tutta la galassia della destra umbra e qualche lista civica) è stato il primo ad ufficializzare la propria candidata: Fiammetta Modena. Nata nel 1965 a Perugia, avvocato e giornalista, è sempre stata una militante del centro-destra umbro, e da diversi anni ormai ne è un dirigente di primo piano. Il Pd, invece, non ha potuto risolvere il problema-scelta di candidato in maniera apparentemente tranquilla come i principali avversari.

Dopo un congresso che definire dilaniante è davvero un eufemismo, sono state necessarie delle primarie invocate da alcuni, non volute da altri e alla fine da quest’ultimi acconsentite, per arrivare al nome di Catiuscia Marini. Primarie più che criticabili perchè organizzate in 5 giorni effettivi dopo mesi di discussioni stancanti e infantili. Ma anche perché hanno fatto registrare alla luce del sole l’accoltellamento alle spalle del veltroniano Agostini. Ad ogni modo, il vecchio centro-sinistra prodiano tutto unito appoggerà l’ex sindaco di Todi ed ex europarlamentare Marini, classe 1967 laureata in Scienze Politiche. Infatti, alla fine la candidatura del sindaco di Gubbio Goracci è rientrata grazie ad un accordo raggiunto tra i due partiti comunisti, ancora più incomprensibili visto che persistono nell’essere diversi. Mah!

La terza aspirante alle chiavi di Palazzo Donini è Maria Antonietta Farina Coscioni. Nata nel 1969, ha compiuto studi economico-aziendali presso l’Università della Tuscia, sua terra di origine. Nel 2008 è stata eletta deputata grazie ad uno dei nove posti sicuri delle liste del Pd accordati dall’allora Partito democratico guidato da Walter Veltroni. La candidata radicale, come Emma Bonino, sta cercando di far conoscere prima di tutto l’irregolarità di queste elezioni, poiché sono state violate le leggi che regolano la raccolta e convalida delle firme a sostegno delle liste elettorali. Infine, in zona Cesarini, subito dopo la fuoriuscita dal sempre presente Pd, anche Paola Binetti è scesa in campo sostenuta dal suo nuovo partito, l’Unione di Centro. I maligni hanno subito commentato che la Teodem più famosa d’Italia non si è lasciata sfuggire una poltrona sicura a Palazzo Donini, sede della Giunta Regionale.

 A richiamare l’altra sfida al femminile di queste regionali è anche lo slogan scelto dalla Modena, e pure in maniera interessante. “Semplicemente Umbria” fa ricordare col sorriso un altro avverbio, il “Sicuramente” scelto dallo spin doctor Claudio Velardi, inventato da Massimo D’Alema ma ora pagato per ideare la campagna elettorale di Renata Polverini. Ad onor del vero c’è da riconoscere che almeno il rosso la campagna Polveriniana lo sfoggia. Ma questa è un’altra storia. Ritornando in Umbria, ad una lettura della situazione neanche troppo riflessiva e impegnativa si giunge alla conclusione che la candidatura identitaria e solitaria voluta da Casini in questa regione romperà molte più uova nel paniere della destra. Nella regione che ha dato i natali al patrono d’Italia, infatti, un certo voto cosiddetto cattolico che ha ancora “paura dei comunisti” non avrebbe mai votato a sinistra, con o senza trattino che fosse stato. I temi su cui si dovrebbe vincere o perdere sembrano abbastanza chiari. Su tutti l’inaspettato tema del nucleare, arma giocata dalla Marini che la Modena cerca in tutti i modi di delegittimare parlando di argomento che non esiste. La candidata democratica a ciò risponde affermando che il Lazio è vicino e il ritorno al nucleare comporterebbe dei cambiamenti non solo industriali anche in Umbria.

 Per il resto, tutte e quattro le candidate non possono non difendere il merito, la libertà e le riforme. Ma nel momento in cui cercano di argomentare le rispettive proposte è inevitabile che la Marini riesca ad essere più convincente, grazie al fatto che, a differenza delle altre tre, ha amministrato questo territorio e quindi può fare esempi concreti; opinabili, ma concreti. Comunque, purtroppo o per fortuna, a seconda della parte che si sceglie o anche se si preferisce di interessarsi e basta alla vicenda, è auspicabile che quella che poteva e doveva essere, ancora, solo una fiammetta di testimonianza, aprirà un nuovo corso nella storia della destra umbra. Probabilmente non riuscirà nell’impresa di vincere, ma questo Pd continua a fare di tutto per accrescerla, la fiammetta (esiste già una consistente lingua di comuni amministrati dal centro-destra). E fra cinque anni le scorte cinquantennali di potere rosso saranno definitivamente rosicate. Allora, sarà necessario proporre un partito umile e forte allo stesso tempo, un’organizzazione che oltre a saperlo per se sappia anche comunicare alla gente in maniera inequivocabile i valori per cui esiste e lotta. Fra cinque anni i voti non si potranno più chiedere ed ottenere in altro modo.

Per riuscire fino in fondo nell’impresa sarà inevitabile pensionare diverse figure. Non per la solita boutade del ricambio generazionale, ma perché questa è l’unica maniera per costruire il Partito umile e forte di cui sopra. Al di là delle sorti del Pd presente e futuro, queste regionali umbre 2010 stanno a testimoniare uno dei tanti e diversi laboratori politici che caratterizzano l’Italia. E dovranno essere analizzati molto analiticamente anche i risultati umbri, non solo quelli piemontesi, laziali e pugliesi (le tre regioni per molti più decisive). Se il paese è bipolare o meno; quanta forza bisogna realmente riconoscere al centro; che tipo di sinistra può essere utile (a prescindere da quello che dice la sinistra stessa); quale forma di destra segnerà gli anni dieci del terzo millennio. Questi sono tutti quesiti la cui risposta passa anche dai territori divisi fra le provincie di Perugia e Terni. Auguri a tutte e quattro le signore. | permalink