venerdì 3 giugno 2011

REFERENDUM 2011: 3 Sì e 1 NO


A distanza di qualche mese confermo la mia posizione assunta fin dall'inizio: i 3 Sì e 1 No. Rimarco quel " a distanza di qualche mese" per rivendicare con orgoglio "i vaffanculo" gratuiti che mi sono preso con pazienza e rifiutando tentazioni di vittimismo. Vaffanculo provenienti da "movimentisti" superficiali che ogni tanto hanno bisogno di dare sfogo alle loro voglie di "battaglie civili" (salvo poi ritornare nel loro limbo fino alla successiva smania di presenza pubblica). E vaffanculo provenienti anche dai cd dalemiani affamati di applausi e consenso facile (à la Grillo verrebbe da dire, con cui però, paradossalmente, non vogliono rompere il muro di gomma facendo il primo passo essendo loro e non Grillo "animali politici", sbagliando).

Per quanto riguarda la mia testa voterò 2 SI ideologici contro il Nucleare(scheda grigia) e contro "i profitti" del secondo quesito sull'acqua(scheda gialla).

Voterò NO al primo quesito sull'acqua(scheda rossa) perché votare Sì non ha proprio senso(basta leggere questo dossier de Lavoce.info).

Voterò SI contro il legittimo impedimento(scheda verde) perché la legge è uguale per tutti ma anche per un voto politico.

Per il Si ideologico contro il nucleare spero solo di non fare la fine, oltretutto meno famosa, di Chicco Testa: di cambiare idea fra 20-25 anni (mi rifugio dietro allo stesso diritto già concesso a Testa :-).

Riguardo ai quesiti sull'acqua voglio dire almeno 2 cose. La prima è che, comunque, è vero che dà fastidio che gente che fino a pochi anni o mesi fa nemmeno si "interessava" di questi temi o addirittura li avversava superficialmente(Di Pietro e certi "democratici") ora ne sia diventata il paladino. La seconda è che il Sì o il No ai due quesiti sull'acqua non hanno in concreto molto senso oltretutto perché non possono cambiare nulla dell'esistente (rinnovo l'invito a leggere La Voce). In discussione non c'è l'acqua come bene pubblico: è ovvio che io credo nell'acqua come bene pubblico. La realtà che permette di far uscire il bene pubblico acqua dal mio rubinetto è, invece, molto più complicata e necessita di miglioramenti che il pubblico, forse, non è in grado di garantire. Io credo che dovrebbe deciderli, il pubblico, e poi far in modo che si realizzino, con regole e controlli seri.

Anzi, dico anche una terza cosa riguardo ai 2 quesiti sull'acqua. Credo che la sinistra italiana deve sciogliere il suo pensiero sul rapporto tra pubblico e privato, una volta per tutte. Credo che sia molto tardi per farlo, ma evidentemente bisogna cominciare a maggior ragione. A questo proposito cito quanto su Facebook ha scritto il Sen. Giorgio Tonini (che tra l'altro mi pare di capire voterà 3 No e un solo Sì, Sì contro il legittimo impedimento, proprio come un mio caro amico).
E perché vedo un rischio di regressione culturale rispetto alla stagione del primo Ulivo, che aveva tra i suoi capisaldi la distinzione tra pubblico e statale: non tutto ciò che è pubblico deve per forza essere gestito da istituzioni pubbliche. Sulla base di regole certe, è possibile e anzi auspicabile, in nome del principio di sussidiarietà, che possano esserci servizi pubblici svolti da soggetti privati o privato-sociali.
A dimostrazione che i democratici che non cambiano idea a seconda di come gira "la pancia del popolo" sono proprio quelli che vengono accusati ed etichettati come "individualisti" e "nemici del popolo" da gran parte, proprio, dell'attuale "maggioranza" del Partito Democratico, che, invece, preferisce evitare discussioni spinose con la base e fa finta di niente. Anzi, appunto, accusa di "tradimento" e invoca ridicole e dannose purghe per chi prova a costruire dibattito e confronto, utilissimo se non vitale, per il Partito, per dargli "un senso" per davvero. Insomma, mi riferisco a quegli -ani che si sono buttati sul Sì ai referendum sull'acqua mettendo il cappello sul lavoro dei comitati perché, sostanzialmente, affamati di applausi e consenso facile(di cui sopra, l'esatto opposto delle loro predicazioni). E a rimetterci può essere, come sempre, solo il Pd...

Ad ogni buon conto, superare il quorum è tanto difficile quanto, dopo l'esito delle amministrative 2011, è risultato fondamentale e un possibile "colpo di grazia politico" per Silvio Berlusconi. Prova ne è il tentennamento della Lega che non dice cosa sta facendo per i referendum, e lo stesso Berlusconi che ogni giorno ripete che qualunque sia l'affluenza alle urne referendarie non sarà un voto politico contro di lui.

L'obiettivo principe è quello di portare a votare più gente possibile e con le idee più chiare possibili in testa(qui bisogna plaudire all'ultima strategia dipietrista e democratica di dire che "chiunque può e deve salire sul palco").
Dunque, non perché lo dica il Terzo Polo, l'unica cosa sicura e affidabile è che dobbiamo andare a votare il 12 e il 13 Giugno, e per tutti e 4 i quesiti. Ognuno poi faccia le sue scelte tra ragione, "ideologia" e praticità. Ognuno trovi la combinazione che più lo aggrada, ma non è questo che farà la differenza. Né sul nostro immediato né sui libri di storia futuri. Spiace dirlo perché i referendum non dovrebbero avere questa valenza che, detto sottovoce, è prima di tutto politica.

AGGIORNAMENTO: E stasera pure Matteo Renzi si schiera per i 3 sì e 1 No. Lui dice votare Sì e No sui quesiti dell'acqua in modo opposto al mio, ma come ho detto e rimarco senza ipocrisia non è la combinazione ad essere fondamentale...il voto è politico (la campagna di mistificazione messa in piedi nelle ultime 48 ore dalla stampa di destra è emblematica)

Qui ho scritto un bel "Viva i referendum". Faccio una rassegna del festival delle dichiarazioni di voto dei partiti, ma più che altro ho a cuore le riflessioni direttiste riportate nell'articolo. | permalink

0 commenti:

Posta un commento