mercoledì 9 maggio 2012

Il Pd e i suoi giovani


Da quello che ho trovato in rete i Giovani democratici hanno almeno 40mila iscritti. E li hanno fatti votare nel recente (primo) congresso che ha portato alla conferma del segretario Raciti. Come tutti sappiamo i Gd costituiscono la giovanile riconosciuta del Partito democratico. E stando a questi numeri, fino a prova contraria che non ho, sono la più grande organizzazione giovanile di partito presente in Italia. Ciò è indiscutibile. Come non si può discutere la leadership di Raciti, la cui mozione al congresso appena citato ha ottenuto l'83,2%. Una roba da paese satellite dell'ex Unione Sovietica. Alla luce di alcuni accadimenti, in ultimo i risultati delle amministrative di ieri, ritengo utile, e forse doveroso, provare a fare una sorta di "processo alle intenzioni". Mi spiego meglio. Per prima cosa provo a chiedermi perché un italiano tra i 14 e i 29 anni si iscrive ai Giovani democratici, e chi incontra sulla sua strada per compiere questa sua scelta. Poi, con le giuste approssimazioni, provo a domandarmi cosa produce questa azione, individuale e collettiva, nel partito di riferimento e quindi nella politica italiana. Esisterà qualche militante che si iscrive e poi non viene più chiamato a partecipare, se non per riempire moduli e "segreterie" (anche se non credo a loro insaputa)? Nel risponder(mi) a queste domande non riesco a evitare che alcuni dati e/o fatti inficino la mia risposta. Ad esempio l'83,2% di cui sopra. Oppure venire a sapere che i Gd vanno a fare campagna elettorale in Francia per Hollande (per carità, siamo tutti felici che abbia vinto un progressista), catalizzando l'attenzione che si rivolge loro su questo fatto, quando invece avrebbero potuto concentrarsi esclusivamente sulle amministrative italiane. Che so, fare squadra e dare una mano più consistente a Doria a Genova che per un soffio(e per la prima volta) non è riuscito a vincere al primo turno, o al giovane Ferrandelli a Palermo appoggiato anche questo dal Pd, o a L'Aquila a Cialente, o magari a Verona dove si sapeva che c'era un bisogno estremo di forze fresche, o, ancora, a Catanzaro al 28enne Salvatore Scalzo, nella Sardegna referendaria, nei piccoli comuni della costa ionica della Sicilia dove il Pd non mi pare sia molto radicato, a Monza dove Lega e Pdl scontano Trota e olgettine, o anche a Sarego (Vi) dove il M5S elegge il suo primo sindaco, a Parma dove andiamo al ballottaggio proprio col M5S, o magari anche a Lecce dove la destra ha già vinto col 64%. Parlando con miei coetanei, appunto italiani che rientrano tra i 14 e i 29 anni, nei luoghi e nelle sfere sociali più diverse, non riesco a capacitarmi di come si possa decidere di iscriversi ai Giovani democratici se non si ha una "passione" per la politica molto rilevante. E davvero non mi pare che sia una caratteristica molto diffusa. E forse proprio per questo, chi se la ritrova, finisce in buona fede per "accontentarsi di quello che passa il convento". Queste amministrative potevano essere l'occasione per cominciare a distruggere questa evidenza. Non mi pare che lo siano state. Però, personalmente, credo che non verrà buttato alle ortiche pure l'appuntamento del secondo turno. Il vero terzo polo, su scala nazionale, è il Movimento 5 Stelle: come ci ricorda il già citato ballottaggio di Parma, ad esempio. E il M5S appare costituito soprattutto da giovani con cui, volenti o nolenti, sarà il caso di cominciare dialogare, quantomeno per capire perché vanno dietro a Grillo. A Palermo... continua a leggere su qualcosa di Riformista | permalink

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