giovedì 8 marzo 2012

"Famolo solido" davvero. Impariamo almeno da Palermo



Sbagliando si impara. E’ la prima espressione significativa che ti inculcano all’asilo. A quattro giorni dalle primarie di Palermo, però, il centrosinistra, e il Partito Democratico in particolare, ai miei occhi continuano a fregarsene: sia degli errori del passato da cui impare, sia del futuro nel quale, finalmente, evitarli.
Oramai siamo diventati tutti esperti di primarie palermitane, come ci è capitato per quelle milanesi a fine 2010, poi per quelle napoletane all’inizio dell’anno scorso, e un mese fa pure per quelle genovesi. Anche in questa occasione abbiamo imparato a memoria i nomi di tutti i candidati che si sono sfidati, comprese le cordate che stavano dietro ciascuno di essi.
La prima è Rita Borsellino, l’unica che pure a Bolzano si conosceva già da sabato. Anzi, forse è stato proprio un handicap che quella di Palermo per la Borsellino sia stata la sua quarta candidatura di fila nell’isola. Candidata presidente alla regione nel 2005, alle politiche nel 2008 con Sel, alle europee nel 2009 col Pd. Borsellino era sostenuta dalla cosiddetta alleanza di Vasto più Ferrero più Verdi. 
Chi invece era uno sconosciuto fino a pochi giorni fa era Fabrizio Ferrandelli, uscito vincitore dalla Primarie con 158 voti di scarto sulla Borsellino. Ex Idv e consigliere comunale, ex figlioccio di Leoluca Orlando, è fuoriuscito dal partito di Di Pietro, portandosene, però, un po’ con sè. Ma i suoi sostenitori “pesanti” sono stati Cracolici e Lumia, i due uomini forti del Pd siciliano e creatori dell’accordo con Lombardo in regione. Quindi ha dietro un pezzo di Pd sicialiano importante, al quale malelingue più o meno informate, aggiungono un aiuto minimo dello stesso Lombardo. Insomma, Ferrandelli sarebbe stato ed è il candidato outsider che lotta contro “i vecchi” del centrosinistra, ma allo stesso tempo ha alcuni vecchi potenti che lo sostengono. Dicono, appunto, pure il presidente della regione che di sinistra non è. E’ il candidato perfetto.
Che Palermo e la Sicilia stiano anni luce avanti a qualsiasi Vasto, ce lo spiega Giuseppe Lupo. Deputato Pd in regione, unico big del partito siciliano a sostegno di Borsellino, si è fatto eleggere segretario regionale del Partito promettendo il non accordo con Lombardo. Poi però ha lavorato per l’accordo esterno e quindi per quello interno. Insomma uno della linea di Cracolici e Lumia, che però, come detto, hanno sostenuto Ferrandelli, e in quanto vincitori delle primarie chiedono addirittura le dimissioni di Lupo.
Torniamo ai candidati. Il terzo incomodo è stato Davide Faraone. Per la verità il deputato regionale Pd (provenienza Ds) è stato il primo a volere le primarie e a candidarsi. Era il 4 dicembre 2010. E su di lui abbiamo tutti imparato che è l’unico dei quattro candidati ad essere iscritto al Partito democratico anche se il Pd nazionale ha sostenuto Borsellino (Faraone ha denunciato anche finanziamenti del partito alla candidata non iscritta al partito).
Antonella Monastra, quarta classificata, è stata la candidata dei movimenti. Ex consigliere comunale, si è avvicinata alla politica proprio grazie a Rita Borsellino nel recente passato. Ha ottenuto più di 1700 voti e combattuto la sua onesta battaglia di idee senza troppo clamore. I veleni, le critiche, gli attacchi, infatti, non hanno riguardato Monastra nè prima, nè durante, ne in questo post primarie. 
Tutto si continua a concentrare intorno agli altri tre. In breve, una rappresentante di lista di Ferrandelli è indagata in quanto è stato segnalato che avrebbe distribuito l’euro per votare alle primarie. E i carabinieri hanno trovato più di 50 certificati elettorali a casa sua. Leoluca Orlando, probabilmente il vero sconfitto del voto di domenica, in un’intervista a La Stampa non le ha mandate a dire e ha parlato di “primarie inquinate” e che ancora “tutto può succedere”. Lui stesso è ancora possibile che si possa candidare. Sempre, ieri, in serata, Rita Borsellino ha presentato ricorso ai garanti delle primariecontestando l’elezione di Ferrandelli. E pure la Procura ha aperto un’inchesta.
Faraone, invece, viene da una tre giorni di bombardamento tramite video di Striscia la Notizia. E’ accusato di aver chiesto voti di scambio ai soci di una cooperativa, in grande maggioranza ex carcerati. Faraone dice che lui stesso vuole, ovviamente, “vederci chiaro” nella video-inchiesta di Striscia. Ha dichiarato che comunque non hai mai chiesto nessun voto di scambio. Ma ha solo dato la sua parola che, se fosse diventato sindaco, avrebbe avuto modo di aiutare quelle persone socialmente deboli ad ottenere dei corsi di formazione, che li avrebbero aiutati a trovare un posto di lavoro.
Resta il dato oggettivo che Faraone, senza sponsor, grandi o piccoli, nè locali nè nazionali (se Renzi non è ancora leader nazionale), è riuscito ad ottenere poco più di 8000 voti (27,3%). Neanche 2000 voti sotto Ferrandelli e Borsellino. Mentre alla vigilia era dato tra il 5 e il 10%. 
Ancora non si sa se, quattro giorni dopo le primarie, Ferrandelli sarà il candidato di tutto il centrosinistra. Senza parlare di come risponderanno Lombardo (e terzo polo) col proprio candidato, e il Pdl su un altro fronte ancora.
Abbiamo sentito e visto di tutto, di impensabile e di incoerente. Però a livello nazionale una lezione è ora che si impari. Bisogna creare un partito che in base alle proprie idee e contenuti decide con chi stare. O eventualmente di stare da solo... Sono passati più di quattro anni dall'ottobre 2007, ma ancora non c'è una linea precisa. E quindi non c’è neanche il partito. Non è sterile polemica ricordarlo annoiando ogni volta.
Evidentemente non è bastato dire “famolo solido”. Ogni primaria di grande città si è trasformata in una delusione per il Pd, Fassino e Cialente sono eccezioni che confermano la regola. 
(continua a leggere su The Week)
| permalink

0 commenti:

Posta un commento