giovedì 2 febbraio 2012

Codesti talk-show a cosa servono? (nuovo numero di The Week online)


La televisione ancora regna. Purtroppo. Su Youtube troviamo milioni e milioni di visualizzazioni anche a “roba” italiana. Ma alla fine la sera finiamo tutti sul divano. Qualcuno magari con smartphone o tablet in mano per commentare in diretta. Ma cosa commentiamo? La televisione.

Passera si è mangiato Rutelli a Ballarò, o meglio lo ha reso invisibile(prima dello scandalo Lusi, due martedì fa). L’ex co-fondatore del Pd cercava di inserirsi ogni tanto per legittimare la sua presenza. Ma peggiorava la situazione: battute incomprensibili, sorrisetti che mettevano a disagio lo spettatore al posto suo. Ed era già stato “ucciso” mediaticamente quando Crozza gli ha ricordato che non è laureato. Angeletti esteriorizzava al meglio il bisogno vitale che aveva di essere tre ore a Raitre, per farsi rivedere dopo che Bonanni lo aveva oscurato.

Santoro invita la Mussolini, perché? Quale contributo informativo apporta? A me pare che serva solo ed esclusivamente per aver la “caciara” assicurata contro Travaglio, quella indispensabile per lo share minimo sindacale. Pensavo fosse un mio problema, invece parlando in giro mi sono reso conto che la cosa è diventata intollerabile per molte persone, e di tutte le età. Perché Servizio Pubblico non si limita a far parlare solo i lavoratori e persone comuni che l’ottimo inviato Ruotolo mette sempre a disposizione? Tanto è questa la forza di Servizio Pubblico: far sentire la voce, giustamente, chi perde il lavoro e soffre, ma continua a pagare le tasse e resta in questo paese, no?

I migliori saranno gli Sgommati di Sky. Non lo dico per fare la battutta scontata, che non è un vero talk show all’italiana. Ma prima di tutto non ti inalberi e ti fai pure qualche risata. Secondo i testi sono scritti molto bene, oltretutto sempre “sul pezzo” e con chiavi di lettura per nulla banali che informano e spiegano molto bene giochi e veleni di palazzo. Non solo italiani, si affacciano infatti anche “le pistole” di Putin, i problemi della Merkel e Sarkozy, e pure Obama che si vuole fare rieleggere.

Torno a Raitre: In Mezz’ora dell’Annunziata. Lungi dal fare il maestrino, ammetto di nutrire palese invidia, ma non scrivo per nessun grande quotidiano come critico televisivo. Però se una giornalista modifica spesso e volentieri nomi, oppure li sbaglia proprio, e il tutto condito da saccenza, voluta o non voluta non lo so, ma di saccenza insopportabile si tratta, a me saltano i nervi. Sono sensibile. Durante l’intervista a Monti si è toccata l’apoteosi. Ma mi pare che questa volta il giochino comincia a rompersi, si è creata qualche falla. Ne ho avuto percezione evidente, per così dire, quando Monti ha stoppato la giornalista “de sinistra” dicendole: “come vede, però, io sono ancora qui seduto”. Il riferimento e il paragone era all’episodio in cui Berlusconi prese, se ne andò e lasciò l’Annunziata trionfare. E poi c’è stato il già celeberrimo “per come lo presenta lei l’art 18 è un tabù. Io non sono d’accordo”. La Annunziata ha abbozzato, come si dice a Roma. Non è andata al contrattacco. Monti non è Berlusconi.

Che ancora a comandare è la televisione ne abbiamo una dimostrazione plastica guardando l’Ultima Parola di Paragone in onda in seconda serata il venerdi su Raidue. Nell’anteprima e durante la trasmissione vera fanno a gara di visibilità blogger e personalità della rete. Personaggi diventati abbastanza “famosi” su Internet grazie ai loro blog collegati ad un utilizzo di Twitter ininterrotto 24 ore al giorno (e mi chiedo quale giornata abbiano). Li vedi alternarsi di corsa per fare il loro commento microfono alla mano. E ti danno l’impressione che tutto quello che hanno fatto online e che continuano a fare sia finalizzato ad arrivare in qualche modo davanti ad una telecamera, per alimentare lo stesso teatrino, ma con la patente di “anticonformista” perché “nato sulla rete” e non politico nè giornalista.

E questo ti demoralizza. Invece che fare squadra, ti sembra che la preoccupazione diffusa sia quella di far arrivare la propria individualità più in alto possibile. Ossia in televisione, non più solo all’anteprima, ma anche prima o poi alla trasmissione vera e propria, come ospite classico “big”. A mio avviso bisogna inventarsi qualcos’altro. Così “non vinceremo mai”. Col blogger professionista di complotti, con quello di area centro-destra, con quell’altro di area centro-sinistra cosa otteniamo? Sicuramente una come questa è una trasmissione più innovativa rispetto a un Porta a Porta, ed è un bene; ma lo schema e l’interesse dei partecipanti sembrano essere sempre i medesimi. Il processo alle intenzioni è una brutta storia, ma nel secolo delle apparenze è bene che ognuno sottolinei le proprie ogni mezz'ora.

Da poco prima dell’arrivo di Monti il leghista che va “di moda” è questo Pini, maroniano mi pare. Te lo ritrovi ovunque. E ci sono anche altri invitati permanenti del momento. Abbiamo scoperto la sindacalista Cgil Cantone, ormai fissa a Ballarò e su Raitre in genere. Come Lerner ha Mucchetti all’Infedele e professori conosciuti solo su La7. La Gruber Franco e Zucconi, e Severgnini come editorialisti. Comunque ognuno ha il suo "clan storico" che se non lo vedi in una puntata sei sicuro che ci sarà quella successiva. E poi ci sono le figure che trovi ovunque, da Omnibus a Matrix, ai plastici di Porta e Porta.

Subito dopo le dimissioni di Berlusconi si era sperato che qualcosa potesse cambiare. Ma in realtà, dopo la scomparsa per qualche settimana, in seguito all’arrivo dei “tecnici” che hanno preso un po’ di riflettori, sono tutti ritornati. Santanchè, Gasparri, Ravetto, La Russa, Formigoni, Alemanno, Cicchitto, Salvini, Sallusti; e i contraltari Finocchiaro, Di Pietro, Latorre, Bindi, Vendola, Rodotà, Letta, stanno sempre lì, ci sono solo loro. Io pacatamente comunico la mia “stanchezza” e il mio interrogativo. La mia personale risposta è tautologicamente negativa. I cittadini quale beneficio ricevono? Informazione? O restano semplicemente aggiornati sulle “facce” e sui battibecchi?

(continua a leggere su The Week. Con gli altri articoli del numero)
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