giovedì 19 gennaio 2012

Intervista a Fabio Lalli. L'enterprise 2.0 parla anche italiano


La usiamo tutti o, per lo meno, ne abbiamo sentito parlare almeno una volta. Instagram è la app del momento. E lo è da mesi ormai. Ma le novità sul suo conto continuano ad aumentare: stringe legami con altre realtà social e rafforza quelli esistenti.

Con i due mostri sacri di Internet e il social networking, Facebook e Twitter, le novità sono gustose e utili allo stesso tempo. Gli utenti-amanti di Instagram più attenti già le avranno notate da qualche giorno a questa parte. Adesso tutte le foto che abbiamo su Instagram che carichiamo su Fb vengono automaticamente archiviate in una cartella omonima. Su Twitter è possibile comporre uno sfondo con tutte le proprie foto di Instagram o quelle dei propri Followers.

Sul web invece è possibile archiviare e far vedere i propri scatti, gli amici e la nostra attività su Instagram grazie a Followgram. Una web app che sta avendo molto successo non solo in Italia; anzi, forse soprattutto proprio al di fuori dei confini nazionali.

Con uno dei fondatori di Followgram, Fabio Lalli, parliamo di questo e di molto altro legato al mondo dell' Enterprise 2.0, al come creare in Italia un business sulla rete. La visione di un imprenditore della nostra generazione, che da sempre considera e vive Internet non come un divertimento. O meglio, non solo.



Fabio Lalli, classe 1977, dal tuo profilo Twitter leggiamo anche "compulsive startupper", come ti definisci in rete. Continua tu: chi sei, cosa fai, perché?

Sono un appassionato di Internet, delle sue potenzialità e di comunicazione. Mi sono sempre occupato di programmazione e system integration. Negli ultimi anni ho seguito la direzione IT di alcune aziende e contemporaneamente ho cominciato a sviluppare alcuni progetti. Nel 2010 ho fondato il network Indigeni Digitali, da poco è divenuto Associazione No Profit, e a Luglio del 2010, insieme a Lorenzo Sfienti abbiamo lanciato Followgram. Ora mi sto occupando del lancio di un progetto chiamato IQUII, una Mobile Factory. Mi piace ideare cose nuove, sono adrenalinico, sono un papà, geek ;)


In Italia abbiamo una disoccupazione giovanile troppo elevata e drammatica: il 30,1%. A un giovane italiano, magari laureato, che ha un'idea, consiglieresti di provare a fare l'imprenditore? Come rendere Internet una vera opportunità e non solo "cazzeggio"? E passare dal virtuale al reale?

Ho iniziato il mio percorso professionale grazie ad Internet nel 1999. In quel periodo mi occupavo di 3D e progettazione Cad per alcuni studi di ingegneria ed architettura e contemporaneamente avevo iniziato a sviluppare siti internet. Nel '99 appunto, un dirigente exIBM mi ha trovato in internet grazie al mio sito personale e sono stato assunto da questa azienda di Torino in avvio su Roma e successivamente acquisita dal gruppo Altran. Da lì ho cominciato ad occuparmi di Internet. Tornando alla domanda iniziale, ti dico, quindi, per esperienza personale: è sbagliato dire "Internet può diventare una vera opportunità", perchè Internet è una opportunità e non si può oggi pensare di non utilizzare la rete, almeno come mezzo di diffusione del proprio business. Chi ritiene che internet sia solo "cazzeggio", non ha capito il valore vero della rete e le sue potenzialità.
Per quanto riguarda il fenomeno disoccupazione e il percorso da imprenditore, consiglio di fare questo mestiere a chi sente realmente di poterlo fare. Fare l'imprenditore vuol dire sacrificio, impegno, responsabilità, determinazione e convinzione prima di tutto. Se una persona pensa di potercela fare, la risposta è si, lo consiglio. Mettersi in proprio è una esperienza altamente formativa, è una palestra che ti allena moltissimo. Non è da escludere però, la possibilità che una persona voglia intraprendere prima un percorso professionale d'azienda e poi successivamente decidere di staccarsi e lanciarsi in un progetto di impresa. Sono diversi percorsi e tutti e due hanno pro e contro.


Ci dici quali sono, se ci sono, i primi 3 comandamenti dello startupper? E i finanziatori è meglio andarli a cercare direttamente all'estero?

Non è facile sintetizzare in 3 comandamenti, direi:

1) non aver paura di sbagliare: imparare dai fallimenti;

2) circondarsi di persone anche più brave e confrontarsi senza preoccupazione;

3) pensare in grande ed agire con passione.

Il "discorso finanziatori" è un tema lungo. Ne facciamo un'altra di intervista!? :) A parte gli scherzi, non è banale come domanda: secondo me in Italia i capitali ci sono, magari non sono tanti quanti quelli di cui sentiamo parlare su Techcrunch e via dicendo, ma ci sono. Personalmente non mi farei il problema sul dove cercare il finanziatore, Italia o estero, se non ho ancora bene in testa cosa fare!


Fra i tanti progetti che hai creato, hai fondato Followgram, già citata: l'applicazione web che permette di vedere le proprie foto di Instagram, l'app più scaricata e famosa da mesi. Noi di The Week siamo utenti affezionati, ma è oggettivo che ha avuto una crescita rilevante e una visibilità internazionale molto invidiabile. Quale è la situazione attuale, i numeri, e su cosa state puntando per questo 2012, una versione Pro?

Eh! parli con uno che è un Instagram addicted! Scrissi un post appena uscita l'app, nel quale dicevo che IG avrebbe generato dipendenza: così è stato. Instagram ha cambiato completamente le dinamiche del photosharing e ha rivoluzionato il mercato della fotografia dal mobile. Noi con Followgram stiamo puntando molto alla differenziazione delle funzionalità: non stiamo sviluppando un viewer come fanno gli altri, ma stiamo puntando alla creazione di una piattaforma social completa. Proprio ieri, in una intervista alla MSNBC, Mike il fondatore di Instagram ha detto che il futuro della monetizzazione di IG è nei brand e nei servizi pro. Ecco, noi da novembre stiamo sviluppando la nuova versione di Followgram, che conterrà proprio funzionalità estese e le brand page. Abbiamo già molti brand che le stanno utilizzando: Pitti, Fastweb, Dolce&Gabbana, KLM, e molti altri.
[...]

(continua a leggere l'intervista su The Week) | permalink

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